La scoperta shock dell’Università di Padova: l’inquinamento ambientale ha conseguenze drammatiche sulla sfera sessuale.

 

L’inquinamento riduce la lunghezza del pene. Lo dimostra uno studio tutto italiano pubblicato pubblicato sulla testata scientifica Human Reproduction che afferma: “gli agenti inquinanti riducono la produzione di spermatozoi e la lunghezza dell’organo riproduttivo maschile”.

L’allarme, lanciato da Carlo Foresta, docente di Endocrinologia all’Università di Padova, si riferisce in particolare ai giovani, i più affetti dagli effetti dello smog sulla fertilità.

I principali colpevoli sarebbero i residui chimici della plastica e dei suoi prodotti di degradazione, che possono entrare in contatto con noi attraverso l’acqua e l’alimentazione. Questi agirebbero come interferenti endocrini capaci di alterare l’equilibrio e la funzione degli ormoni, portando effetti negativi sulla salute.


 

Gli effetti sono stati osservati prima sugli animali che abitano ambienti particolarmente esposti a queste sostanze inquinanti: su questi sono state registrate anomalie quali la riduzione delle dimensioni dei genitali e del potenziale riproduttivo, fino all’alterazione del comportamento sessuale.

Sull’uomo, è emersa una riduzione della produzione degli spermatozoi e una variazione delle strutture corporee. Esaminando circa mille ventenni, i ricercatori veneti hanno registrato un alterato equilibrio degli ormoni testicolari che porterebbe, ad esempio, un’apertura delle braccia superiore alla media o, peggio, a una riduzione delle dimensioni del pene.

A quanto pare il 23% dei giovani analizzati ha mostrato un volume testicolare inferiore ai 12 cc, considerato come valore soglia di normalità, e -0,9 cm rispetto ai giovani di 15 anni fa.


 

Tutto ciò, oltre ad essere un durissimo colpo per il maschio italiano, ha conseguenze devastanti sul livello di fertilità di questi giovani: le anomalie riportate sopra sono solo la prova “esterna” di uno scompenso che sta avvenendo all’interno e che comporterebbe la una riduzione del numero di spermatozoi e quindi della fertilità.

Insomma se non ci convincono questi dati a darci da fare per rispettare l’ambiente e riciclare il più possibile, non sappiamo proprio cos’altro potrebbe.


 

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