Se prima sembrava essere ad appannaggio di celebrities eccentriche e sex symbols in disgrazia, oggi la dipendenza da sesso è un disturbo reale sempre più frequente. Ecco come individuarla secondo gli esperti.

 

Si parla sempre più di dipendenza da sesso, ma di che cosa si tratta esattamente? E, soprattutto, qual è la differenza tra un sex addict e una persona con una sana passione per l’amore?

Secondo la dottoressa Becky Spelman, ritenuta uno dei migliori psicologi comportamentali del Regno Unito, la chiave per diagnosticare il disturbo sta in un’attenta valutazione di cosa il sesso significhi per sé stessi.
Secondo la dottoressa quello che occorre stabilire è se il sesso sia “un’esperienza piacevole in cui non si prova vergogna e nessun senso di colpa dopo averlo fatto”, oppure, al contrario, se sia “qualcosa che lascia una profonda sensazione di vuoto, un senso di colpa e di vergogna per il proprio comportamento”.

Per gli esperti, infatti, chi soffre di dipendenza sessuale ha problemi a regolare le proprie emozioni: vergogna e senso di colpa sono quindi i sintomi fondamentali della cosiddetta “sex addiction“. Ecco perché circoscrivere i propri sentimenti riguardo al sesso è il primo passo per diagnosticare e, quindi, curare, il disturbo.

Allo stesso modo delle altre dipendenze – da droga, alcool, nicotina, ecc. – anche la dipendenza da sesso porta come conseguenza un grosso senso di vergogna. “La dipendenza continua – spiega Spelman – è alimentata dal fatto che le persone non sono in grado di tollerare emozioni difficili, anche quelle impercettibili come la noia o il senso di vuoto”.

Non si tratta di un fenomeno da sottovalutare, perché molti dei pazienti affetti da sex addition hanno contratto HIV o altre malattie a trasmissione sessuale.

La brama di sesso, che fa vivere l’atto sessuale in modo frenetico e non razionale, fa passare in secondo piano l’uso di precauzioni come il preservativo.

La cura tuttavia esiste, ed è una terapia psicologica profonda.

 

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