Capitolo primo

 

Anche stasera non ci saremmo visti. E con questa facevano già un paio di settimane che Nathalie e io ci incrociavamo appena. Non condividevamo più granché, al massimo qualche ora di sonno fianco a fianco. Non andavamo più nemmeno a dormire insieme. Qualche volta rimpiangevo di aver scelto il mestiere di pilota. Non era facile, dopo giornate intere passate in volo e notti in hotel a chilometri di distanza, tornare a casa e ritrovare la complicità di coppia con una donna che, a differenza di me, faceva un lavoro con orari regolari. Lavorava nell’ufficio legale della sua società e ciò le lasciava tempo in abbondanza per prendersi cura dei bambini e dedicarsi anche alla sua passione, la politica locale. Ma la nostra vita di coppia si era arenata in una quotidianità uggiosa. Per non parlare della nostra vita sessuale, ormai deceduta da mesi a questa parte.

Ti lascia sempre un po’ perplesso constatare come il desiderio si spenga. All’inizio dell’amore, l’esaltazione dei sensi è talmente soverchiante che non si pensa mai che un giorno dovremo fare i conti con la mancanza di essa. E a quel punto ti chiedi “perché tocca per forza a me cercare di riprendere in mano le cose? Perché non lo fa lei?”. E allora per pigrizia, o per orgoglio, pretendiamo sia l’altro a sforzarsi sempre di più per ravvivare il desiderio. Fino a che, per stanchezza, smettiamo di aspettarcelo e non chiediamo più. È una storia vecchia come il mondo.

Questi erano i pensieri lugubri che occupavano la mia mente mentre percorrevo l’autostrada per tornare a casa, il finestrino aperto nell’aria tiepida di quella notte di giugno. Alzai un po’ il volume della radio. The last chance Texaco. Avevo sempre amato quella canzone. Le luci dell’aeroporto si fecero distanti dietro di me. Nello specchietto retrovisore potevo ancora vedere gli aerei atterrare, le luci di coda che brillavano nel cielo notturno.

Troverò Nathalie già addormentata, pensai aprendo il cancello automatico. Entrai in casa senza fare rumore, chiusi piano la porta e iniziai a togliermi silenziosamente i vestiti. Proprio come pensavo. Stavo entrare in camera da letto, quando udii una debole nota musicale provenire dal mio studio. Aprii la porta e vidi che Nathalie aveva lasciato ancora una volta il computer acceso. Avevo riconosciuto il suono che notifica l’arrivo di una nuova mail e un brivido freddo mi scese lungo la schiena, come per un brutto presentimento. Chiusi la porta e mi sedetti di fronte al monitor. Non riuscii a resistere alla curiosità: aveva lasciato aperto il suo account di posta elettronica. Aprii il suo ultimo messaggio inviato, l’ultimo di una conversazione iniziata qualche ora prima. «Appuntamento domani alle 13.00 all’hotel Boris V., vicino al tuo ufficio. Abbiamo un’ora. Ti aspetterò nella camera 207. Mi benderai gli occhi. Sarò a tua completa disposizione. Lo faremo come vorrai e non ci scambieremo una parola. A domani, Nathalie».

Sentii il mio cuore perdere un battito e il terreno aprirsi sotto i piedi. Nathalie aveva un amante. E aveva lasciato la casella di posta accessibile… Dimenticanza o atto voluto, per dimostrarmi che non le importava più niente di me? Mi obbligai a non seguire questo filo di pensieri. Quello che avevo letto mi bastava. Nathalie non mi considerava più il suo compagno a pieno titolo. E aveva cercato un altro uomo per vivere una fantasia che non mi aveva mai confessato di avere. E se invece me ne avesse parlato e avessi accettato di condividerla insieme a lei? Mi domandai se se lo fosse almeno chiesto.

Lasciai il computer esattamente come lo avevo trovato. Nel silenzio della nostra camera da letto Nathalie era profondamente addormentata. Scivolai silenziosamente sotto le coperte. Non riuscivo a chiudere gli occhi, che fissavano spalancati un punto della stanza. E pensavo al corpo di Nathalie, in quel momento steso accanto a me e l’indomani alla mercé dei desideri di un altro. Il pensiero mi fulminò come un elettroshock. Adesso ci lasceremo. Ci saranno lacrime, urla, richieste di perdono, sbattimenti di porte. Metteremo in vendita la casa. E i bambini… No, tutto ciò era impensabile. Anche se non facevamo più niente, amavo ancora Nathalie. Allora mi venne un’idea: e se anche io mi fossi fatto un’amante? Magari più di una, per raccontarle un giorno delle mie avventure e dimostrarle che anche io come lei potevo essere all’altezza delle mie fantasie? Ero assalito dalle emozioni: eccitazione, gelosia, panico. Ma ero deciso, lo avrei fatto. L’indomani mi sarei iscritto a uno di quei siti di incontri extraconiugali. Mi pareva che ce ne fosse uno, se non sbaglio, sul viola con il logo di una mela… non mi ricordavo come si chiamasse. Chiusi gli occhi e cercai di prendere sonno.

Continua…

Capitolo successivo

Pierre Des Esseintes

Pierre Des Esseintes è un noto giornalista e scrittore francese specializzato in sesso. Laureato in sessuologia, Pierre ha diretto i magazine maschili Interconnexion e Union dove ha affrontato senza peli sulla lingua i più disparati argomenti legati alla sessualità maschile. Autore anche di numerosi romanzi erotici, così come della pluripremiata serie di documentari Libertime per l’emittente Planète A&E, Pierre si aggiunge alla cerchia di esperti di Gleeden per parlare di sesso, coppia e infedeltà dal punto di vista maschile.
Per Gleeden ha anche scritto il racconto erotico a puntate The Last Chance, di cui pubblica ogni mese un nuovo episodio in esclusiva per i lettori di Gleeden.