Pubblicato il 13 aprile 2018 su Affaritaliani.it

Il 69% delle coppie clandestine fa sesso virtuale almeno 1 volta a settimana. E per 3 infedeli su 10 il sesso virtuale è più frequente di quello reale

di Maria Carla Rota
 

Sesso, se l’incontro è solo virtuale, è comunque tradimento?

Messaggi piccanti, foto intime, immagini sexy, note vocali esplicite e passionali scambiate via Whatsapp, Telegram, Messenger e compagnia bella: secondo uno studio Gleeden dello scorso anno*, il 35% degli Europei fa più sexting che sesso vero e proprio

Soprattutto nelle relazioni extraconiugali, che 7 volte su 10 si consumano in maniera principalmente virtuale. È il cybersesso, dove “i partecipanti simulano, mediante strumenti informatici e telematici, di avere reali rapporti sessuali descrivendo le loro azioni e rispondendo ai loro partner in forma prevalentemente scritta, stimolando le proprie fantasie sessuali ed esprimendo all’altro partner le proprie sensazioni” (Wikipedia). La qualità degli incontri dipende dall’abilità dei partecipanti di evocare vivide immagini nella mente dell’interlocutore, stimolandone l’immaginazione erotica.

Secondo un nuovo studio** di Gleeden, condotto su oltre 10.000 iscritti alla piattaforma di incontri clandestini, il 69% dichiara di fare cybersesso con l’amante almeno 1 volta a settimana mentre il 73% considera fondamentale fare sexting tutti i giorni per tenere viva la relazione.

Non solo, il 91% degli intervistati dichiara di provare piacere dall’incontro virtuale, allo stesso modo di quello reale. Dietro uno schermo vergogna e inibizioni spariscono e gli amanti si sentono più liberi di esprimere le proprie voglie e fantasie.

Che l’infedeltà sia destinata ad essere vissuta solo dietro uno schermo? Sembra di no, almeno per il momento: il 58% ritiene ancora che il sesso sia l’obbiettivo principale di una scappatella*. In questo senso tecnologia non è che un alleato per facilitare la comunicazione e tenere alto il desiderio tra un incontro e l’altro.

 
 
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