In Italia, 3 donne su 4 condannano l’infedeltà femminile ma perdonano quella maschile. Anche nel caso in cui la coppia sia già in crisi da molto tempo.
Il 46% non confesserebbe mai un tradimento, nemmeno alla sua migliore amica. E per le italiane è più facile ammettere di avere una malattia grave o problemi economici piuttosto che una relazione extraconiugale.

Ifop e Gleeden diramano i risultati dell’Osservatorio Europeo dell’Infedeltà 2019 e delineano il quadro del tradimento in un’Italia dove la Gender Equality sembra ancora lontana.

 

L’infedeltà, ovvero la più grande trasgressione che una dona possa commettere. E non solo nei paesi islamici, dove è tuttora passibile di lapidazione. Ma anche nella liberalissima Europa, alla cui storia tradimenti e adulteri sono sempre stati intimamente connessi.

Eppure, anche nel 2019, l’infedeltà femminile continua a suscitare un sentimento di biasimo sociale molto più forte della sua controparte maschile. E non bastano movimenti di emancipazione femminile come #Metoo e Times’s Up: a giudicare in modo più spietato il comportamento di una donna, rimangono sempre le donne. Pronte a condannare le loro simili al minimo sgarro.

Questo uno dei punti portati alla luce dall’ultimo Osservatorio Europeo dell’Infedeltà Femminile 2019, una ricerca periodicamente condotta da Ifop – Institute Français d’Opinion Publique (lstituto di opinione pubblica francese) e commissionata da Gleeden, il sito leader in Europa per gli incontri extraconiugali con oltre 5 milioni e mezzo di utenti attivi, su 5 paesi Europei – Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito – per monitorare l’andamento dell’infedeltà in Europa.

Realizzata su un campione internazionale rappresentativo di 5.000 donne europee (di cui 1.000 italiane), la ricerca ha fornito dati precisi e attendibili attraverso i quali è stato possibile tracciare una mappa dell’infedeltà femminile in Europa e in Italia.

Quasi la metà delle donne italiane pensa che sia più grave quando è la donna a tradire.

Il 75% delle donne italiane pensa che oggi la società continui a condannare l’infedeltà femminile in percentuale maggiore di quella maschile. E non a torto, visto che casi di cronaca anche molto recenti non fanno altro che confermare il perseverare di una disparità di trattamento quando si tratta di questioni di cuore. Tuttavia, quello che fa riflettere è che, quando interrogate su cosa ne pensino loro personalmente, il 44% delle italiane abbia risposto la stessa cosa. Per 4 donne italiane su 10 è più grave quando è la donna a tradire: non importa che la situazione possa più o meno spingerla all’atto, una donna deve sempre e comunque rimanere fedele al proprio compagno. Anche qualora la coppia fosse già in difficolta o addirittura già separata (non legalmente) da tempo. E il paradosso è che alla coppia, in questo caso, viene richiesto lo stesso grado di fedeltà che se stesse aspettando un figlio.

L’unica volta in cui le donne italiane sembrano biasimare maggiormente l’uomo – leggi “pensano che forse l’uomo sarebbe un po’ un infame se tradisse la moglie in quella circostanza” – è se la moglie mettesse su qualche chilo. E comunque, anche qui, siamo praticamente al 50 e 50.

Una visione estremamente rigida, soprattutto se paragonata a quella dei suoi immediati vicini europei, in cui la percentuale di donne ad apporre la lettera scarlatta alle loro simili cala drasticamente (33% in Francia, 30% in Spagna e 28% in Germania).


 

Basta il pensiero: per 2 italiane su 3 pensare di far l’amore con un’altra persona è già tradimento. E una di queste lascerebbe il partner qualora lo scoprisse a farlo.

Sono ancora le italiane le più bacchettone anche per quanto riguarda cosa sia da considerarsi infedeltà, e quindi motivo di rottura per la coppia. Per il 67% delle nostre connazionali, pensare a un’altra persona mentre si fa l’amore con il coniuge è già tradimento. Come per il 57% lo è seguire il proprio ex o la propria ex sui social. E il 25% lascerebbe il partner qualora lo scoprisse.

Un atteggiamento di estrema chiusura che mal si spiega additando le solite differenze Nord / Sud o dando la colpa all’onnipresente educazione cattolica: il fenomeno sembra essere trasversale all’intera penisola, e interessare donne di ogni ceto sociale, condizione economica, età e preferenza politica, con solo lievissimi scarti.


 

 

Si fa ma non si dice: per le donne italiane è più facile ammettere di avere problemi finanziari che di essere stata infedele al marito

Che l’infedeltà sia ancora considerata alla stregua di un vero e proprio tabù in Italia, lo conferma anche il fatto che per le donne italiane confessarla – a un’amica, an un parente, al prete – sia davvero difficile.

Metà delle donne italiane non la confesserebbe nemmeno alla propria migliore amica (46%). In particolare dopo i 35 anni, quando il peso di una propria famiglia fa sentire una donna maggiormente esposta al giudizio degli altri, inclusi gli amici. In famiglia poi, non ne parliamo. Il segreto viene mantenuto tutta la vita, sia con parenti più stretti (fratelli, cugini; 68%), ma soprattutto con i genitori (78%).

Più facile, paradossalmente, confessarla al partner tradito (48%), soprattutto a fatto appena avvenuto (26%). Alle italiane, d’altronde, non piace restare con la coscienza sporca: e infatti il 38% filerebbe dritto in chiesa a confessarsi. La percentuale, in questo caso, è la più alta d’Europa.


 

Piuttosto che ammettere di essere stata “una poco di buono” (lo farebbe solo il 39%), una donna italiana preferirebbe confessare:

  • di essere stata licenziata (79%);
  • di avere una malattia grave (62%);
  • di soffrire di depressione (56%);
  • di avere problemi finanziari (55%);
  • di avere problemi sessuali col marito (41%).

Ma perché nel 2019 parlare di infedeltà risulta ancora così difficile? E non solo in Italia, ma in tutta Europa. Secondo François Kraus, direttore di Ifop e responsabile dello studio, «a dispetto della maggiore apertura mentale circa l’adulterio e, più in generale, sull’uguaglianza di genere anche nella sessualità, la popolazione femminile sembra aver interiorizzato la norma secondo la quale le donne rischiano lo stigma sociale qualora vengano scoperte ad avere relazioni fuori dal matrimonio. E, sintomatico di un condizionamento di genere secondo cui la sessualità femminile diventa illegittima se vissuta al di fuori del vincolo coniugale o della coppia “fissa”, è proprio questo metro di giudizio più severo circa il tradimento femminile, che viene considerato con estremo biasimo – se non addirittura disprezzo – soprattutto da coloro che, secondo la società, dovrebbero essere le garanti di tale moralità, ovvero le donne stesse».

Eppure, in Italia, 1 donna su 3 ha tradito. 1 su 10 ha attualmente un amante fisso. Numeri che fanno riflettere, soprattutto alla luce dell’attuale dibattito sulla famiglia tradizionale, e che mal si conciliano con la rigidità di giudizio quasi adamantina che lo studio ha fatto emergere.

«Noi donne italiane siamo risultate le più tradizionaliste d’Europa. E questo va in totale controtendenza rispetto a quanto avevamo misurato nel 2016, in cui risultavamo tra i paesi più libertini. Oggi siamo l’unico paese in Europa il cui fenomeno è in calo. – Afferma Sybil Shiddell, responsabile comunicazione e marketing per l’Italia di Gleeden. – Eppure le iscrizioni femminili a Gleeden non hanno subito nessuna battuta d’arresto. Le donne rappresentano il 40% della community italiana, che oggi conta oltre 1 milione e mezzo di utenti attivi. Forse perché l’infedeltà “virtuale” non è ancora stigmatizzata al pari di quella fisica e molte donne non provano lo stesso senso di colpa se si limitano a chattare con uno sconosciuto. È quando si passa all’atto che scatta l’asticella della morale: Gleeden rappresenta quella zona grigia in cui ancora ci sono i margini per poter fare qualcosa di potenzialmente proibito senza che diventi, di fatto, una vera violazione».

Insomma, come sempre, “fatta la legge trovato l’inganno”. E questo sembra essere ancora più valido quando si tratta di infedeltà. Noi italiani non ci smentiamo mai.